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lunedì 6 ottobre 2008

Cosa sta succedendo alla scuola Pubblica?


Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950 – pubblicato nella rivista Scuola democratica, 20 marzo 1950.

 Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice di quelle di stato. E magari si danno premi, come ora vi dirò. O si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A quelle scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

4 commenti:

mara ha detto...

Caro TerraChianu,
se il tuo post voleva essere di risposta al mio(scusami per l' ignoranza) ma non ne afferro il senso...

TerraChianu ha detto...

Ciao Mara,
hai capito benissimo, non ti trattare da ignorante perchè non lo sei, è evidente che il mio post non vuole rispondere al tuo ma vuole essere soltanto uno stimolo alla riflessione.
Il discorso del 1950 di P. Calamandrei ancora oggi risulta di grande attualità viste le "picconate" che la Gelmini sta proponendo per la scuola pubblica, dove tra un pò non ci sarà nemmeno spazio per i battibecchi tra genitori e maestri a cui ti riferisci.
Riflettiamo....
Saluti tChNu

mara ha detto...

ciao Terrachianu,
di certo il tuo post fa riflettere...
mentre il mio post non ha avuto l'effetto che volevo!
Come al solito, riscontro solo mutismo e rasseganazione da parte dei genitori che,
al momento che c' è da mettere nero sul bianco,
si rifilano dietro le quinte.
E li incontri sovente agli angoli delle strade a parlottare,ma al momento che gli chiedi se "è il caso di fare qualcosa?"...silenzio e rassegnazione!!!

pinkauro87 ha detto...

Ciao, voglio dire a tutti gli amici del blog che lunedi alle 8,30dalla facoltà di lettere a Palermo pertirà un corteo per protestare contro la riforma Gelmini e la finanziaria che taglia i fondi alla ricerca e all'università. Il corteo si concluderà davanti palazzo Steri dove è presente il ministro Gelmini.
Martedi ci sarà assemblea in tutte le facoltà dalle 9 alle 11, a seguire ci sarà un altro corteo che questa volta parte dalla facoltà di ingegneria per le vie di Palermo.
Qualcuno se n'è accorto che ci vogliono tagliare le gambe minando il nostro diritto allo studio.
Speriamo di riuscire a risolvere qualcosa. Vi terrò aggiornati sulle novità.