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Il blog “Terra&Chianu” nasce dalla voglia di alcuni ragazzi di Tusa di condividere uno spazio (anche solo “virtuale”) nel quale poter confrontarsi su temi che riguardano il proprio paese.
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lunedì 7 luglio 2008

Protezione della costa di Castel di Tusa

Chi volesse discutere di ripascimento, barriere soffolte ecc, è pregato di farlo all'interno di questo post.

Saluti tChNu

Ecco un utile file sull'argomento Salvaguardia dei litorali sabbiosi

5 commenti:

mapì ha detto...

Non ritengo che queste barriere soffolte siano una buona soluzione per la protezione della costa di Castel di Tusa.
Quest'anno il lato est è risultato più eros (ad es. le piattaforme delle docce erano sospese prima del ripristino).
Bisognerebbe prendere in considerazione l'opportunità di rinunciare alla realizzazione del secondo stralcio.

TerraChianu ha detto...

Forse un' immagine del satellite da l'idea di cosa succede alla costa con la presenza delle barriere.
Le barriere impediscono il naturale apporto di materiale erodendo la spiaggia e provocando il fenomeno delle "doccie sospese"

Saluti tChNu

Bannera49 ha detto...

Contrariamente a quanto la vulgata pro barriere soffolte ha cercato di accreditare anche dalle colonne di questo blog, esse hanno già prodotto effetti disastrosi che si sono chiaramente manifestati anche a Castel di Tusa. Proprio come asserito dagli studi linkati a più riprese dai post sullo specifico argomento, gli effetti sulla nostra costa sono stati sia di tipo gravemente erosivo (a ridosso immediato delle barriere) sia di tipo incongruamente cumulativo (nelle parti precedenti e seguenti alle barriere). Chi vuole capire di più e meglio su quanto è realmente accaduto, può dare una scorsa alle foto cliccando sul link finale (ovviamente la discussione può continuare, o ripartire, proprio da lì, ma a condizione che si contrappongono dati a dati, ragionamenti a ragionamenti, senza prendere nulla per oro colato ma cercando di spiegare i fenomeni con razionalità e apertura mentale. Il resto è ideologia, che non farà mai ritornare le pietre laddove sono venute a mancare):
La spiaggia stuprata</a

mare ha detto...

Le barriere soffolte che obbrrobbrrioooo!!!... e quanti soldi spesi!!!Ma non scherzo ! Il mare lo adoro cosi come le nostre spiagge , e non vorrei assolutamente che un giorno tornassi al mare e i miei bellissimi occhi non vedrebbero più le spiaggie così a me tanto care. E il pericolo delle vicine abitazioni? Lo avete valutato?
Ciao mare

PaneAlPane.e.VinoAlVino ha detto...

Hai ragione, Mare, nessuno pensa seriamente al pericolo che le abitazioni hanno corso e sulle quali, proprio a causa di quelle dannate barriere, ancor’oggi incombe più di ieri. Quel che fa specie, e che chi ha speso già 4 miliardi delle vecchie lire e quasi altrettanti si appresta ancora a spenderne, ha preteso e pretende di convincerci che quelle pietre sott’acqua siano state collocate proprio per proteggere l’abitato, incurante del fatto che sin dal 1983, epoca in cui si cominciò a parlare di barriere e similari, a Castel di Tusa si è sviluppata un’accesa discussione sulla loro effettiva utilità, tant’è che più d’una volta, per varie ragioni, il finanziamento (sempre disponibile, proprio perché inutile alla collettività ma utile a qualcuno) fu lasciato cadere.
Quel che è peggio, è che siccome la mamma dell’ignoranza è stabilmente incinta, nel 2003 – quando cioè su impulso del dott. Francesco Lo Cascio si fece una petizione contro quelle mostruosità –, una nidiata di intelligentoni di Castel di Tusa a momenti venivano alle mani con chi raccoglieva le firme.
Ora i guasti di quell’assurdità, a stare alle foto linkate dal blog (Talia cca), ma che molti di noi hanno potuto aborrire di persona, sono sotto gli occhi di tutti: per un verso le barriere hanno provocato lo “svuotamento” della spiaggia a ridosso delle abitazioni, mettendo a nudo perfino il muro di protezione; per altro verso, proprio quel muro è oggi oggetto di sgretolamento (vedi filmato di TerraChianu&Chianumarina)), la qual cosa dovrebbe molto preoccupare gli organi preposti alla pubblica incolumità e provvedere, finalmente, di conseguenza.